Valle dei Templi Agrigento
Ammirare quelle magnifiche colonne di pietra giallastra ,grandi e inimmaginabili . Che sia stata solo una creazione di un comune mortale ? Queste fascinose pietre piene di storia !!!! I resti in piedi che hanno superato millenni di intemperie ,terremoti e guerre distruttive per l ' umanità sono una meraviglia .
Appena arrivati ad Agrigento , città del mandorlo in fiore a pochi chilometri fuori della città potete visitare la valle dei templi gli odori della campagna siciliana .
La visita del Parco archeologico inizia idealmene dalla cima della Rupe Atenea dove si ergeva un Santuario di Zeus Atabyrios e di Athena Lindia, divinità protettrici importate da Rodi. Ne fa menzione Polibio.
Sull’estremità orientale della Rupe, sopra il cimitero di Bonamorone, si trovano: il Tempio di Demetra, inglobato nella chiesetta medioevale di San Biagio, il Santuario rupestre di Demetra e di Persefone, legato al culto dell’ acque sgorgante da due cavità naturali; resti delle fortificazioni greche (porta I col vicino baluardo a tenaglia e la porta II o Porta Gela da cui si diramava la strada per Gela). Scendendo ancora, lungo la Via Panoramica dei Templi, s’incontra uno dei parcheggi della Valle dei Templi, la biglietteria e il Tempio di Giunone, databile intorno al 460 a.C. Davanti al tempio, i resti dell’ ara sacrificale. Ad ovest, si apriva un’altra porta (Porta III).
Lasciato il tempio, si percorre a piedi la Via Sacra, una strada moderna che taglia da est verso ovest la Collina dei Templi. A sinistra, resti delle mure greche e arcosoli bizantini che testimoniano l’uso cimiteriale della zona alla fine dell’età pagana. Più avanti l’ Antiquarium di Agrigento paleocristiana e il Tempio della Concordia, tra i meglio conservati del mondo greco insieme al Tempio di Era a Paestum e Tempio di Hephaistos o Teseion a Atene. L’ armonia delle proporzioni e la bellezza delle forme ne fanno uno dei capolavori dello stile dorico.
Proseguendo, si vedono, sulla destra, un gruppo di tombe sub divo che fanno parte della necropoli paleocristiana; a sinistra, nel giardino di Villa Aurea, una zona sepolcrale ipogea (catacombe o grotte di Fragapane).
Dopo la Villa Aurea, ultima dimora del compianto capitano e mecenate inglese Alexander Hardcastle, ecco il Tempio di Ercole (Eracle), il più antico dei templi agrigentini. Innalzato alla fine del VI sec. a.C. e descritto da Cicerone nella IV Verrina, il tempio conserva 8 colonne del lato sud, rialzate nel 1924 grazie alla munificenza di Alexander Hardcastle. Sotto il tempio, a qualche centinaio di metri, si scorge un monumento sepolcrale di epoca romana, impropriamente detto “tomba di Terone”.
Sull’estremità orientale della Rupe, sopra il cimitero di Bonamorone, si trovano: il Tempio di Demetra, inglobato nella chiesetta medioevale di San Biagio, il Santuario rupestre di Demetra e di Persefone, legato al culto dell’ acque sgorgante da due cavità naturali; resti delle fortificazioni greche (porta I col vicino baluardo a tenaglia e la porta II o Porta Gela da cui si diramava la strada per Gela). Scendendo ancora, lungo la Via Panoramica dei Templi, s’incontra uno dei parcheggi della Valle dei Templi, la biglietteria e il Tempio di Giunone, databile intorno al 460 a.C. Davanti al tempio, i resti dell’ ara sacrificale. Ad ovest, si apriva un’altra porta (Porta III).
Lasciato il tempio, si percorre a piedi la Via Sacra, una strada moderna che taglia da est verso ovest la Collina dei Templi. A sinistra, resti delle mure greche e arcosoli bizantini che testimoniano l’uso cimiteriale della zona alla fine dell’età pagana. Più avanti l’ Antiquarium di Agrigento paleocristiana e il Tempio della Concordia, tra i meglio conservati del mondo greco insieme al Tempio di Era a Paestum e Tempio di Hephaistos o Teseion a Atene. L’ armonia delle proporzioni e la bellezza delle forme ne fanno uno dei capolavori dello stile dorico.
Proseguendo, si vedono, sulla destra, un gruppo di tombe sub divo che fanno parte della necropoli paleocristiana; a sinistra, nel giardino di Villa Aurea, una zona sepolcrale ipogea (catacombe o grotte di Fragapane).
Dopo la Villa Aurea, ultima dimora del compianto capitano e mecenate inglese Alexander Hardcastle, ecco il Tempio di Ercole (Eracle), il più antico dei templi agrigentini. Innalzato alla fine del VI sec. a.C. e descritto da Cicerone nella IV Verrina, il tempio conserva 8 colonne del lato sud, rialzate nel 1924 grazie alla munificenza di Alexander Hardcastle. Sotto il tempio, a qualche centinaio di metri, si scorge un monumento sepolcrale di epoca romana, impropriamente detto “tomba di Terone”.
Oltrepassiamo la strada moderna che girando a sinistra attraverso la porta IV o Aurea porta al piano di San Gregorio (resti del Tempio di Asclepio) e a San Leone (antico Emporion). Attraverso l’ingresso Hardcastle, si entra nell’area del colossale Tempio di Zeus o Giove olimpico, tra i più grandi del mondo greco. Costruito dopo la vittoria riportata nel 480 a.C. a Imera, presentava tra le pseudocolonne delle statue di giganti telamoni, alti 7.61m. Al centro del tempio, il calco di uno dei telamoni, il cui originale si conserva al museo archeologico. Nell’area sottostante, il Santuario delle Divinità Ctonie (Demetra e Persefone) che al centro presenta quattro colonne con sovrapposta trabeazione, ricomposte nel XIX sec., conosciute come Tempio di Castore e Polluce. A nord, il giardino della Kolymbetra, agrumeto gestito dal FAI. A sud, la porta V, attraverso la quale si giunge alla biglietteria e parcheggio Sant’Anna. Proseguendo in direzione di Villaseta, da un viottolo a destra si giunge al Tempio di Vulcano o Efesto di cui rimangono il basamento e due colonne.
Tornando verso la porta Aurea e risalendo verso la città moderna, arriviamo al poggetto di San Nicola dove anticamente era l’agorà superiore, dominato dall’omonima chiesa gotico-cistersense. All’interno, il noto sarcofago detto di Fedra e di Ippolito e il “Signore della Nave”, grande Crocifisso che ha ispirato una novella e di un’opera teatrale di Luigi Pirandello. All’esterno, dopo aver goduto della magnifica vista verso i templi e il mare, si incontra l’ “Ekklesiasterion“, luogo di riunione dell’assemblea popolare e il cosiddetto Oratorio di Falàride. Dietro la chiesa, sui resti del monastero cistersense, è stato costruito il Museo archeologico regionale con diciannove sale espositive. Da non perdere la collezione vascolare, il telamone e il famoso Efebo di Agrigento. Nelle vicinanze, il Quartiere ellenistico-romano mostra resti di abitazioni e strade che ci danno un’idea dell’organizzazione urbanistica della città antica.
It is always fascinating to visit the valley of the temples of Agrigento, and a walk between past and present.
Admire those magnificent columns of yellowish stone, large and unimaginable. What was just a creation of a common mortal? These fascinating stones full of history !!!! The standing remains that have surpassed millennia of weather, earthquakes and destructive wars for humanity are a marvel.
As soon as you arrive in Agrigento, a city of almond blossoms just a few kilometers outside of the city, you can visit the valley of the temples the smells of the Sicilian countryside.
The visit of the Archaeological Park ideally starts from the top of the Atenea Rupe where there was a Sanctuary of Zeus Atabyrios and Athena Lindia, protecting divinities imported from Rhodes. Polibio mentions it.
On the eastern end of the Rupe, above the cemetery of Bonamorone, are: the Temple of Demeter, incorporated in the medieval church of San Biagio, the rock sanctuary of Demeter and Persephone, linked to the worship of the water flowing from two natural cavities; remains of the Greek fortifications (I door with the nearby bulwark rampar and the gate II or Porta Gela from which the road to Gela branched off). Going down again along the Via Panoramica dei Templi, you come across one of the parking areas of the Valley of the Temples, the ticket office and the Temple of Giunone, dating back to around 460 BC. In front of the temple, the remains of the sacrificial altar. To the west, another door opened (Porta III).
After leaving the temple, walk along Via Sacra, a modern road that cuts the Hill of the Temples from east to west. On the left, remains of the Greek walls and Byzantine arcosoli which testify to the cemetery use of the area at the end of the pagan age. Further on, the Paleochristian Antiquarium in Agrigento and the Temple of Concordia, among the best preserved in the Greek world together with the Temple of Hera in Paestum and Temple of Hephaistos or Teseion in Athens. The harmony of proportions and the beauty of the forms make it one of the masterpieces of the Doric style.
Continuing, we see, on the right, a group of sub-divine tombs that are part of the early Christian necropolis; on the left, in the garden of Villa Aurea, an underground sepulchral zone (catacombs or caves of Fragapane).
After the Villa Aurea, the last home of the late English captain and patron Alexander Hardcastle, here is the Temple of Hercules (Heracles), the oldest of Agrigento's temples. Raised at the end of the 6th century B.C. and described by Cicero in the IV Verrina, the temple preserves 8 columns of the south side, raised in 1924 thanks to the munificence of Alexander Hardcastle. Under the temple, a few hundred meters, you can see a Roman burial monument, inappropriately called "Tomba di Terone".
We cross the modern road that turning left through the door IV or Aurea leads to the floor of San Gregorio (remains of the Temple of Asclepius) and to San Leone (ancient Emporion). Through the Hardcastle entrance, one enters the area of the colossal Temple of Zeus or Olympic Jupiter, among the largest in the Greek world. Built after the victory reported in 480 a.C. in Imera, he presented among the pseudo-columns the statues of giant telamons, 7.61m tall. At the center of the temple, the cast of one of the telamons, whose original is preserved in the archaeological museum. In the area below, the Sanctuary of the Deities Ctonie (Demeter and Persephone) that in the center has four columns with overlapping trabeation, recomposed in the nineteenth century, known as the Temple of Castor and Pollux. To the north, the garden of the Kolymbetra, an orchard managed by the FAI. To the south, the door V, through which you reach the ticket office and parking Sant'Anna. Continuing in the direction of Villaseta, from a path on the right you reach the Temple of Vulcano or Hephaestus of which the base and two columns remain.
Returning to the Golden Gate and going back to the modern city, we arrive at the poggetto di San Nicola where once was the upper agora, dominated by the homonymous gothic-cistersense church. Inside, the well-known sarcophagus of Fedra and Ippolito and the "Lord of the Ship", a large Crucifix that inspired a novel and a play by Luigi Pirandello. Outside, after having enjoyed the magnificent view towards the temples and the sea, one meets the "Ekklesiasterion", meeting place of the popular assembly and the so-called Oratorio di Falàride. Behind the church, on the remains of the cistersense monastery, the Regional Archaeological Museum was built with nineteen exhibition halls. Do not miss the vascular collection, the telamone and the famous Efebo of Agrigento. Nearby, the Hellenistic-Roman Quarter shows the remains of houses and streets that give us an idea of the urban organization of the ancient city.
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