Alla scoperta di Adrano


Adrano ( CT ) 

                                                                  Sicily  -  Italy 
Adrano si estende alle pendici sud-occidentali dell'Etna, in una zona di bassa montagna che affianca la Piana di Catania ad est ed il fiume Simeto ad ovest.
La città è situata ad un'altezza di 560 metri sul livello del mare, ha una superficie di 8.251 ettari e dista 35 km dal comune di Catania. Adrano gode di un clima mediterraneo, ma condizionato dall'altitudine e dalla lontananza dal mare e praticamente quasi identico all'adiacente Biancavilla, con inverni freschi e umidi ed estati abbastanza calde e soleggiate. D'inverno le nevicate sono una rarità.

L'attuale toponimo risale al 1929 (in sostituzione del precedente Adernò) e riprende quello della città di Adranon fondata da Dionigi il Vecchio di Siracusa nel 400 a.C.[5] e dedicata ad Adranos, dio siculo della guerra.
Il dio Adranus o Adranòs (dal greco: 'Αδρανός; in latino anche Hadranus o Hatranus), padre dei Palici, ha caratteristiche legate ai fenomeni naturali (acqua e fuoco) ed è assimilato in parte e sovrapposto a Efesto (Vulcano per i latini), che aveva le sue fucine nelle viscere dell'Etna.
romani tradussero il nome in Hadranum, gli arabi ribattezzarono la città Adarna, i normanni la chiamarono Adernio, e gli angioini Adernò.
Secondo uno studioso del XIX secoloGiovanni Sangiorgio Mazza, il tiranno siracusano avrebbe tuttavia fondato Adranon su un più antico centro siculo, identificabile con l'antica Inessa, in seguito denominata Aitna (Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, 11, 76, 1), alla quale apparterrebbe il tempio del dio Adrano. Inessa protrebbe essere il nome con cui i siculi chiamavano l'Etna.
Le radici di Adrano affondano nel Neolitico, anche se le maggiori testimonianze si possono associare ai cosiddetti Siculi che provenienti dalla costa jonica verso il X secolo a.C. s'insediarono nel territorio Etneo e fondarono la città del Mendolito, di questa città ormai sepolta sopravvive oggi nel territorio di Adrano la cinta muraria, le porte e le tracce di abitazioni, una necropoli dalle caratteristiche sepolture a cupoletta (forse d'ispirazione micenea) e numerose iscrizioni sicule.
Resti di insediamenti siculi fioriti tra il X e il V secolo a.C. sono presenti ad ovest del paese e presso il fiume Simeto, nell'antica Mendolito, città di fondazione sicula oggi in parte sepolta.
Nel 400 a.C. fu fondata da Dionigi il Vecchio di Siracusa la città greca di Adranon, per accrescere il controllo siracusano nella zona. Adranon, infatti, rappresentava un importante punto strategico, poiché garantiva il controllo del Simeto e della città di Centuripe, possedimento siculo che si ergeva su un'altura presso la sponda opposta del Simeto. Nel 344 a.C.Timoleonte di Corinto dirigendosi verso Siracusa, nei pressi di Adranon sbaragliò le truppe di Iceta, tiranno di Leontinoi. Timoleonte vincitore, secondo la leggenda, fu accolto con clamore dalla città di Adranon, di cui divenne signore.
A sud di via Catania è stata localizzata la polis greca fondata da Dionigi il Vecchio nel 400 a.C. Imponenti sono i resti del muro di cinta, della cittadella, che parte da via Catania, contrada Buglio e arriva all'enorme baratro, chiamato Rocca dagli abitanti di Adrano. A parte lo scavo della sovrintendenza, che ha messo alla luce un'abitazione con un pregevole pavimento, che attualmente e stata sistemata ed è stata accorpata al museo archeologico e la sistemazione ai fini turistici della zona di contrada Buglio, nei pressi delle mura, che dovrebbe costituire l'accesso all'area archeologica, il resto dell'area è utilizzato per attività agricole intensive ed è minacciato dall'espansione edilizia e dall'opera dei tombaroli. L'area meriterebbe la giusta salvaguardia da riservare all'unica cittadella greca, ancora quasi intatta, presente sull'Etna, paragonabile come ampiezza a Morgantina, una Pompei siceliota

I musulmani

La conquista islamica di Centuripe e di altre terre circostanti, verso il 950, da parte dell'emiro arabo Mūsā portò Adrano - che subì pesanti saccheggi - a far parte del neo-costituito Emirato di Sicilia, mettendo così fine al dominio bizantino.
I musulmani cambiarono il nome della città da Adranon in Adarnu o Adarna, edificarono la fortezza "Salem", fondarono molti casali, tra i quali quello di Bulichiel, dotando il territorio di stupendi giardini, terre seminate e vigne.

Normanni

Ugo di Jersey guidò i cavalieri normanni nell'assedio del casale Bulichiel, nel 1075. Il Caid Albucazar invano cercò di resistere alle truppe normanne, il casale fu occupato, la città si piegò ai cristiani. Adrano fu inserita nella diocesi di Catania, retta dal vescovo Ansgerio.
Durante il dominio normanno, Adrano continuò lo sviluppo iniziato con i musulmani. La comunità adranita comprendeva abitanti di origine greca, arababerbera e normanna, ed era costituita da ottimi agricoltori ed artigiani, specie nell'arte della seta[senza fonte] e della concia delle pelli.

Gli Svevi

Il dominio svevo portò lotte di potere e intolleranze, ad Adrano come in tutta la Sicilia. Deprecabile la persecuzione dei saraceni, che furono costretti a fortificarsi sotto la guida di Mirabetto (Benaveth - Ibn ῾Abbād). Durante il dominio svevo, la città ed il suo castello divennero il covo dei conti de Luci, che depredarono con violenza i beni della chiesa, finché nel 1209 non furono sconfitti e banditi da Federico II. L'imperatore, nel 1233 diede in "retturia" il casale a capitani di Messina, che divennero la classe dominante in città.

Gli Angioini

Seguirono le lotte tra Angioini e Svevi, Adrano in un primo momento passò sotto il governo di Carlo I d'Angiò, poi di Corradino fino al 1258, quando il Papa Alessandro IV scomunicò Corradino che fu decapitato a Napoli. Da quel momento Adrano passò alla famiglia Maletta. Il numero degli abitanti passò da mille a circa trecento.

Gli Aragonesi

Pietro III di Aragona fu accolto come un liberatore, ma anch'egli continuò ad opprimere la popolazione, nascondendosi dietro l'alibi di dover cacciare gli Angioini. Adrano divenne feudo del cavaliere catalano Garzia De Linguida, nel 1286 passò a Luca Pellegrino, un funzionario del Re Giacomo. Margherita, la figlia di Pellegrino, sposò Antonio Sclafani di Palermo, Matteo, loro figlio fu nominato conte di Adernò e di Centorbe, nonché signore di Ciminna. Mentre Sclafani soggiornava a Palermo, Adrano fu prima occupata da Roberto d'Angiò e in seguito dai latini capitanati da Ruggero TedescoMatteo Sclafani morì nel 1354, alla sua morte si scatenò la lotta per la successione che durò più di quarant'anni, la contea di Adrano passò dunque a Giovanni Raimondo, nipote di Antonio Moncada.

Epoca moderna

Viceré

Dal 1412 al 1515, regnarono ad Adrano i Moncada, sotto i Viceré AragonesiGiovan Tommaso Moncada Conte di Adrano, restaurò il Castello di Adrano facendolo circondare da un bastione, costruì la chiesa di S. Sebastiano. I Ventimiglia, costruirono palazzi nel centro di Adrano, uno dei quali diverrà nel XVI secolo sede del Devoto Monte di Pietà e nel XIX sede del Municipio. In questo periodo si costituì il nucleo amministrativo di Adernò, composto da funzionari di ceto nobile (il capitano di giustizia, i 4 giurati, il tesoriere, il giudice civile, il giudice criminale, l'archivista, il mastro notaro, il castellano e il governatore del conte). Adrano adesso contava seimila abitanti.

Dai Borbone al Regno d'Italia

Dopo il breve regno Piemontese e il successivo dominio austriaco che piegò la popolazione a causa dell'eccessiva tassazione, verso la seconda metà del Settecento, con l'avvento dei Borboni, la situazione economica migliorò, la popolazione cominciò a crescere: nel 1874 Adrano contava 6.623 abitanti. Nel 1820 a seguito della rivolta di Palermo, si succedettero tumulti ad Adrano, Biancavilla e Bronte, furono costituiti comitati per sostenere il colonnello Pietro Bazan, ma il comitato di Adrano fu scovato così la città fu mira dell'esercito punitivo dei Borboni.
Il movimento antiborbonico fu in un primo momento sedato, ma riprese durante la cosiddetta Primavera dei popoli nel 1848. Rivoluzionari adraniti guidati da Pietro Cottone accorsero in sostegno alla città di Catania che si piegava ai cannoni dell'esercito Borbonico, che infine occupò Catania, Biancavilla, Paternò e Adrano. La Spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, infiammò nuovamente speranze di libertà tra i patrioti, mentre per le classi meno abbienti poco cambiò, infatti, i moti contadini che chiedevano la spartizione delle terre, furono sedati dai garibaldini prima e dall'esercito di Vittorio Emanuele dopo.
Dal 1862 al 1867, una serie di lavori per il miglioramento della città: il primo impianto di illuminazione pubblica, quotazione delle terre comunali, inaugurazione del primo liceo, lavori per il lastricamento della via Garibaldi, inaugurazione dell'ospedale, la creazione di una centrale telegrafica ed elettrica ecc. Adrano era tra i più ricchi centri commerciali della provincia, ma le condizioni dei ceti poveri non erano migliorate e questi furono colpiti dal vaiolo nero e dal colera, che furono la causa di tumulti e ribellioni giustificati dalla fame, tumulti che sfociarono nel brigantaggio.

XX secolo

Durante i primi anni del Novecento si diffuse un indirizzo riformista nel mondo cattolico e socialista. Negli anni venti il sacerdote don Vincenzo Bascetta e il professor Carmelo Salanitro (antifascista morto nel '45 nel Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen), si batterono per favorire piccoli contadini e manovali nell'acquisto dei feudi, molto dei quali abbandonati dai ricchi proprietari terrieri.

Adrano
Adrano extends to the southwestern slopes of Mount Etna, in a low mountain area that affords the Piana of Catania to the east and the Simeto River to the west.

The city is located at a height of 560 meters above sea level, it has an area of ​​8,251 hectares and is 35 km from the town of Catania. Adrano enjoys a Mediterranean climate, but conditioned by altitude and distance from the sea and practically almost identical to the adjacent Biancavilla, with cool, humid winters and warm and sunny summers. In winter the snow is a rarity.



The current toponym dates back to 1929 (replacing the former Adernò) and resumes that of the city of Adranon founded by Dionysius the Old of Siracusa in the 400 BC [5] And dedicated to Adranos, the god of war.

The god Adranus or Adranos (from Greek: 'Αδρανός' in Latin also Hadranus or Hatranus), father of the Palics, has features related to natural phenomena (water and fire) and is assimilated in part and superimposed to Hephaestus (Volcano for the Latins) , Who had her fingers in the bowels of Etna.

The Romans translated the name into Hadranum, the Arabs renamed the city of Adarna, the Normans called it Adarion, and the Angevines adorned.

According to a 19th century scholar, Giovanni Sangiorgio Mazza, the Syracuse tyrant would nevertheless have founded Adranon on an older Sicilian center, identifiable with the ancient Inessa, later referred to as Aitna (Diodoro Siculo, Bibliotheca historica, 11, 76, 1) To which the temple of Adrian God would belong. Inessa was said to be the name Sicilians called Etna.

The roots of Adrano sank in the Neolithic, although the greatest testimonies can be associated with the so-called Siculi coming from the Ionian coast towards the X century BC. Settled in Etneo and founded the city of Mendolito, this city now buried today in the territory of Adrano the city wall, the gates and the traces of dwellings, a necropolis with characteristic burial suburbs (perhaps mycenaean inspiration) And numerous cave inscriptions.

Remains of Sicilian settlements flourished between the X and the fifth century BC Are present to the west of the country and at the Simeto River, in the ancient Mendolito, a founding city which today is partly buried.

In the 400 BC Was founded by Dionysius the Old of Syracuse, the Greek city of Adranon, to increase Syracuse control in the area. Adranon, in fact, represented an important strategic point, as it provided control of the Simeto and the city of Centuripe, a Sicilian possession that stood on a hilltop at the opposite bank of the Simeto. In 344 BC, Timoleon of Corinth headed toward Siracusa, near Adranon heaped the troops of Iceta, tyrant of Leontinoi. Timothy Winner, according to the legend, was welcomed with clamor from the town of Adranon, of which he became a lord.

To the south of via Catania was located the Greek polis founded by Dionigi the Elder in 400 BC Impressive are the remains of the citadel wall, which runs from via Catania, Contrada Buglio, and comes to the huge barracks called Rocca by the inhabitants of Adrano. Apart from the excavation of the superintendence, which has paved the way for a dwelling with a valuable floor, which is currently being arranged and is joined to the archaeological museum and accommodation for the tourist purposes of the surrounding area of ​​Buglio, near the walls, which Should be access to the archaeological area, the rest of the area being used for intensive agricultural activities and is threatened by the expansion of construction and the work of the tombars. The area deserves the right safeguard to be reserved for the only, still intact, ancient citadel on Etna, comparable to Amphitheater at Morgantina, Pompeii siceliota

And Muslims
The Islamic conquest of Centuripe and other surrounding lands, by 950, by the Arab Emir Mūsā brought Adrano - who suffered heavy plunder - to become part of the newly established Emirate of Sicily, thus ending Byzantine rule.
Muslims changed the name of the city from Adranon to Adarnu or Adarna, built the Salem fortress, found many houses, including the one of Bulichiel, providing the territory of beautiful gardens, sown lands and vineyards.

The Normans
Ugo Jersey drove Norman Knights to the siege of the Bulichiel farm in 1075. The Caid Albucazar in vain tried to withstand Norman troops, the farmhouse was occupied, the city bowed to Christians. Adrano was included in the Diocese of Catania, ruled by Bishop Ansgerio.
During the Norman rule, Adrano continued the development started with the Muslims. The adriatic community included inhabitants of Greek, Arab, Berber and Norman origin, and consisted of excellent farmers and craftsmen, especially in silk [silk] and tanning of skins.

The Swabians
Swabian rule brought power struggles and intolerances to Adrano as well as throughout Sicily. 

The persecution of the Saracens, which were forced to fortify under the guidance of Mirabetto (Benaveth - Ibn Abbād). During Swabian rule, the city and its castle became the lord of the Counts of Lights, who plundered the property of the church violently until 1209 was defeated and banned by Frederick II. The emperor in 1233 gave the "caste" to the captains of Messina, who became the dominant class in the city. The Anglicans The fought between Angevins and Swabians followed, Adrano first went under the rule of Charles I of Anjou , Then Corradino until 1258, when Pope Alexander IV excommunicated Corradino, who was baptized in Naples. From that moment Adrano passed to the Maletta family. The number of inhabitants ranged from one thousand to three hundred. The AragonesePietro III of Aragon was welcomed as a liberator, but he continued to oppress the population, hiding behind the alibi of hunting the Angioinos. Adrano became the fief of Catalan rider Garzia De Linguida, in 1286 passed to Luca Pellegrino, an officer of King James. Margherita, daughter of Pellegrino, married Antonio Sclafani of Palermo, Matteo, their son was named Count of Adernò and Centorbe, as well as Lord of Ciminna. While Sclafani was staying in Palermo, Adrano was first occupied by Roberto d'Angiò and later by the Latins led by Ruggero Tedesco. Matteo Sclafani died in 1354, when his death lasted for more than forty years, the Adrano County passed to Giovanni Raimondo, nephew of Antonio Moncada. The modern Viceré From 1412 to 1515, Adrano ruled Moncada, under the Aragonese Viceroy. Giovan Tommaso Moncada Count of Adrano restored the Castle of Adrano by surrounding it from a bastion, built the church of S. Sebastiano. The Ventimiglia, built palaces in the center of Adrano, one of which will become the home of the Devotee Mount of Pietà in the 16th century and the XIXth seat of the Town Hall. During this time the administrative center of Adernò was formed, consisting of noble class officials (the captain of justice, the four jurors, the treasurer, the civil judge, the criminal judge, the archivist, the notary master, the castellano and the Count Governor). Adrano now counted six thousand inhabitants. From Bourbon to the Kingdom of ItalyWhen the short Piedmontese kingdom and the subsequent Austrian rule that bowed the population because of excessive taxation, towards the second half of the eighteenth century, with the advent of the Bourbons, the economic situation Improved, the population began to grow: in 1874 Adrano counted 6,623 inhabitants. In 1820, after the revolt in Palermo, there were riots in Adrano, Biancavilla and Bronte, committees were established to support Colonel Pietro Bazan, but the Adrano committee was found so the city was aimed at the punishment army of the Borboni. The movement Antiborbonic was at first sedated, but resumed during the so-called Spring of the peoples in 1848. Revolutionary warlords led by Pietro Cottone stared in support of the city of Catania who bent to the guns of the Borbonico army, who finally occupied Catania, Biancavilla, Paternò And Adrano. Giuseppe Garibaldi's One-Thousand Expedition re-opened hopes of freedom among the patriots, while for the less well-off classes little changed the peasant motions that demanded the division of the land were seduced by the Garibaldi before and by the army of Vittorio Emanuele After 1862 to 1867, a series of works for the improvement of the city: the first public lighting system, public land listing, inauguration of the first high school, work on the pavement of Via Garibaldi, inauguration of the hospital, creation of A telegraphic and electric power plant etc. Adrano was one of the richest shopping malls in the province, but the conditions of the poor were not improved, and these were affected by black pigeons and cholera, which were the cause of hunger-stricken riots and rebellions that resulted in brigandage. Century During the early twentieth century a reformist address was disseminated in the Catholic and socialist world. In the 1920s, the priest Don Vincenzo Bascetta and Professor Carmelo Salanitro (an anti-fascist who died in 1945 in the Mauthausen-Gusen Concentration Camp) fought to encourage small peasants and maneuvers in the purchase of feuds, many of which were abandoned by the wealthy owners landowners.

                                                                   ponte dei saraceni
Il Ponte dei Saraceni o di Carcaci è un ponte in pietra probabilmente risalente al periodo romano e ricostruito e modificato nel XII secolo sul fiume Simeto. Collega il territorio di Adrano (CT) con quello di Centuripe (EN), presso il passo del Pecoraio, e benché sia denominato Ponte dei Saraceni sembra essere stato costruito in epoca medievale normanna.


l ponte, in origine, faceva parte di un importante asse di collegamento tra le città di Troina, prima capitale del regno di Ruggero I di Altavilla, e di Catania. Oltrepassato il ponte la strada proseguiva costeggiando il Simeto a valle delle città di Adrano e Paternò. Infatti i dongioni di tali città e quello di Motta, insieme al ponte, sono storicamente e strategicamente connessi: la strada servita dal ponte veniva controllata militarmente dalle predette torri.
Dimenticato nel corso degli anni e a più riprese distrutto, rimane dell'antica struttura solo l'arcata maggiore, quella centrale ad arco acuto; altre, la più piccola a sesto acuto e un'altra a tutto sesto di origine probabilmente romana, furono distrutte dall'alluvione del 1948, e ricostruite in seguito in forme diverse rispetto a quelle originarie. Il ponte scavalca un tratto delle forre laviche, particolare conformazione basaltica dovuta a colate laviche pre-etnee scavate dall'azione erosiva del Simeto.
Dall'anno 2000 il sito in cui sorge il Ponte dei Saraceni è all'interno del S.I.C. denominato "Forre laviche del Simeto".
Il 22 gennaio 2015, su "la Repubblica.it[1]", viene presentato come uno dei trenta ponti più belli d'Italia.


The Bridge of Saracens or Carcaci is a stone bridge probably dating to the Roman period and rebuilt and modified in the XII century on the River Simeto. It joins the territory of Adrano (CT) with Centuripe (EN), at the foot of the Sheepdog, and although it is called the Bridge of the Saracens seems to have been built in the medieval Norman era.

The bridge, originally, was part of an important link between the towns of Troina, the first capital of Ruggero I's kingdom in Altavilla, and Catania. After passing the bridge, the road continued along the Simeto downstream of the towns of Adrano and Paternò. In fact, the dungeons of these cities and that of Motta, along with the bridge, are historically and strategically connected: the street served by the bridge was militarily controlled by the predetermined towers.

Forgotten over the years and repeatedly destroyed, remains of the old structure only the arch, the central arch with sharp arch; Others, the smallest in the sixth and the sixth, probably of Roman origin, were destroyed by the 1948 flood and later rebuilt in different forms than the original ones. The bridge crosses a stretch of lava forests, a particular basaltic shape due to pre-eternal lava flows excavated by the erosive action of the Simeto.

Since the year 2000, the site where the Bridge of the Saracens stands is within the S.I.C. Called "Simeto Lava Springs".

January 22, 2015, on "la Repubblica.it [1]", is presented as one of the thirty most beautiful bridges in Italy.






                                                                Castello normanno
Il cosiddetto Castello Normanno di Adrano, uno dei simboli della città etnea, è una torre eretta sotto Conte Ruggero I di Sicilia, nell'XI secolo.
Il castello a cui apparteneva, insieme a quelli vicini e simili di Paternò e Motta, rientrerebbe in un sistema difensivo di età normanna volto a controllare la valle del Simeto, il pieno controllo di Catania e dei passi che portavano a TroinaRegalbuto e Randazzo. In quest'ottica può essere messo in relazione con il Ponte dei Saraceni.
Il possente dongione fu costruito per volere di Ruggero II di Sicilia intorno al 1073, molto probabilmente sui ruderi di una torre saracena; ciò è possibile dedurlo dall'architettura delle due grandi porte del piano terra. Dopo il dominio normanno, il Castello divenne nei secoli proprietà di famose ed illustri dinastie siciliane, tra le quali i Moncada, i Peralta, gli Sclafani, dal 1754 i Conti Alvarez di Toledo fino al 1797, quando ne prese possesso il principe Luigi Moncada Ventimiglia Aragona, rimase di proprietà dei Moncada Ventimiglia fino al 1920.
Dal 1959 il Castello è sede del Museo Archeologico Etneo, all'interno si trovano anche la Galleria d'arte Contemporanea, la Pinacoteca, il Museo dell'Artigianato e l'Archivio Storico.

La Struttura

La torre ha una pianta rettangolare che misura 20 m per 16,70 m e un'altezza che raggiunge i 34 metri e la struttura si innalza su sei livelli.
Il piano terra presenta due ambienti, ciascuno dei quali è definito da tre campate; un muro longitudinale divide i due spazi e all'interno del muro vi è una scala che permette di accedere al primo piano, sul quale si estendono due grandi saloni e un arco ogivale che apre la scala per l'accesso al secondo piano.
Un muro divide in due parti il secondo piano; il vano meridionale intorno al 1500 venne suddiviso in due parti e venne così creata una cappella di pianta rettangolare, con abside e doppia volta a crociera a costoloni inserita nello spessore del muro.
Su per le scale si accede al terzo piano, anch'esso diviso in due zone.

Il Museo Archeologico Etneo

I ritrovamenti archeologici occupano quasi completamente i quattro piani del Castello Normanno di Adrano, ritrovamenti attraverso i quali è possibile seguire la storia di Adrano e del territorio etneo dal Neolitico fino al periodo saraceno-normanno.
All'ingresso del Museo sono posti due leoni di pietra lavica che riportano lo stemma del Casato SclafaniMoncada, le dinastie che governarono Adrano nel Medioevo.
I due saloni del piano terra sono dedicati all'esposizione di reperti preistorici, vi sono esposti vasi e strumenti di pietra e di osso dell'età neolitica e della prima età dei metalli e le urne vascolari dell'età del bronzo antico, ritrovate all'interno delle grotte di scorrimento lavico del Parco dell'Etna (tra Adrano e Biancavilla).
Nel salone del primo piano, prosegue l'esposizione dei materiali preistorici, oggetti che vanno dall'età del bronzo antico, al medio e a quello finale, ritrovati nel territorio di Adrano.
Il secondo piano del Castello è dedicato ai reperti di età storica.
Nella prima sala sono esposti i reperti provenienti dall'antica città del Mendolito. Imponenti le colonne di pietra lavica con capitelli ionici e l'elmo calcidese proveniente dalla necropoli meridionale della città. Da segnalare inoltre la "divinità sicula" del ponte Primosole della prima metà del V secolo a.C.
Nel secondo salone sono esposte le collezioni provenienti dal centro di Adranon, l'antica città fondata da Diodoro Siculo intorno al 400 a.C. sui cui resti è sorta la moderna città di Adrano: vasi vascolari, statuette di terracotta rappresentanti divinità, utensili di uso quotidiano. Un posto particolare è concesso al bellissimo busto di divinità femminile di terracotta, riconducibile al V secolo a.C.
Sempre al primo piano si ammira la Cappella del Castello, all'interno della quale sono ospitate le collezioni numismatiche, custodite in otto monetieri, teste marmoree, tra cui spicca un ritratto virile dell'età imperiale, ed altri oggetti databili dal periodo romano fino all'età tardo medievale.

                                                           Castello Normanno 
The so-called Norman Castle of Adrano, one of the symbols of the Etna city, is a tower erected under Count Ruggero I of Sicily in the eleventh century.

The castle to which he belonged, together with the nearby and similar Paternò and Motta, would fall into a Norman-era defensive system to control the valley of Simeto, the full control of Catania and the steps that led to Troina, Regalbuto and Randazzo. In this regard it can be related to the Saracen Bridge. The mighty dungeon was built according to Roger II's wishes in Sicily around 1073, most likely on the ruins of a Saracen tower; This can be deduced from the architecture of the two large ground floor doors. After Norman rule, the castle became for centuries the property of famous and illustrious Sicilian dynasties, including the Moncada, the Peralta, the Sclafani, from 1754 the Counts Alvarez of Toledo until 1797, when Prince Luigi Moncada Ventimiglia Aragon, remained the property of Moncada Ventimiglia until 1920.

Since 1959, the Castle is home to the Etneo Archaeological Museum, and there are also the Contemporary Art Gallery, the Pinacoteca, the Handicraft Museum and the Historical Archives.

The Structure [edit | Edit wikitesto]
The tower has a rectangular plant that measures 20 m for 16,70 m and a height that reaches 34 meters and the structure rises to six levels.
The ground floor has two environments, each of which is defined by three camps; A longitudinal wall divides the two spaces and inside the wall there is a staircase leading to the first floor, which extends to two large halls and an ogival arch that opens the stairs to access the second floor.
A wall divides the second floor into two parts; The southern compartment around 1500 was divided into two parts and a rectangular chapel was created, with apse and double floating cruise lines inserted into the wall thickness.
Up the stairs you access the third floor, also divided into two zones.

The Etneo Archaeological Museum [edit] Edit wikitesto]
Archaeological finds occupy almost entirely the four floors of the Norman Castle of Adrano, finds through which it is possible to follow the history of Adrano and the Etnean territory from the Neolithic to the Saracen-Norman period.

At the entrance of the Museum are placed two lions of lava stone bearing the coat of arms of Casato Sclafani-Moncada, the dynasties that ruled Adrano in the Middle Ages.
The two ground floor halls are dedicated to the display of prehistoric finds, exposed stone and bone instruments of the Neolithic age and early age of the metals and vascular urns of the ancient bronze age, Inside of the lava slopes of the Etna Park (between Adrano and Biancavilla).
In the first-floor salon, the exhibition of prehistoric materials continues, objects ranging from the age of ancient bronze, to the middle and to the final, found in the territory of Adrano.

The second floor of the Castle is dedicated to the finds of historical age.
In the first hall are exhibited finds from the ancient city of Mendolito. Imposing the columns of lava stone with Ionic capitals and the chalcidal helmet coming from the southern necropolis of the city. Noteworthy is the "Sicilian deity" of the Primosole bridge in the first half of the 5th century BC.

In the second salon are exhibited collections from the center of Adranon, the ancient city founded by Diodoro Siculo around 400 BC. The remains of which are the modern city of Adrano: vases, terracotta statuettes representing gods, everyday utensils. A special place is given to the beautiful bust of a terracotta female deity, dating back to the fifth century BC.
Alone on the first floor you will admire the Chapel of the Castle, inside which are housed the numismatic collections, kept in eight monuments, marble heads, among which stands out a virile portrait of the imperial age, and other objects dating from the Roman period up to 'Late medieval age.

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